Alessio Velini: non un addio ma un arrivederci!

Che carriera quella di Alessio Velini, che da inizi anni 90 calca i paddock delle corse motociclistiche e che, in occasione del Thermal Technology round del Dunlop National Trophy del Mugello, ha salutato momentaneamente le competizioni, non un addio quindi ma un arrivederci – E’ da qualche stagione che rimuginavo su questo momento – ha spiegato Velini – ormai una stagione completa è troppo impegnativa, e non vado più forte come quando ero giovane, ma non appendo il casco definitivamente al chiodo, infatti ho in programma per il 2023 qualche wild card sui circuiti che preferisco, uno su tutti il Mugello, in pratica vorrei correre quando mi va, ho ancora una gran voglia di andare in moto,di  fare le gare, un po’ meno – Una stagione completa, quest’ultima targata 2022, che ha lasciato un po’ di amaro in bocca a Velini – ho corso con una moto nuova, quindi ci è voluto un po’ di tempo per sistemarla, non ho raggiunto i risultati che speravo, gara dopo gara, abbiamo capito alcuni problemi elettronici, e la situazione è migliorata, diciamo che sono contento di alcune gare mentre in altre proprio non abbiamo espresso il nostro potenziale – Di certo a Velini non mancherà il team visto che da qualche stagione corre con una sua struttura: il Velini Racing Team, ma sotto questo fronte ci sono novità – Saremo presenti anche nel 2023 al Dunlop National Trophy, intanto a Imola per l’ultimo round scenderemo in pista con Francesco e Giacomo Mora in 600, e Stefano Marcaccioli in Sbk, proprio con Stefano, uniremo le forze e fonderemo un’unica squadra – Alessio Velini, classe 1979 di Assisi, in pieno stile Max Biaggi ha iniziato quasi per caso la sua carriera – Nel 1994 un mio amico che correva nella 125 SP mi disse vieni a Magione a fare qualche giro, io andai, feci qualche turno, e proprio lui che aveva più esperienza, disse a mio padre Ostelio, che ero veloce e che forse era il caso che corressi. Mio babbo, che giocava a pallone da giovane e di motori non sapeva nulla, rispose picche, cosi’ quando ho compiuto 18 anni, mi sono comprato, a rate, una Ducati 748, e in pratica, girando in pista, ancora una volta, alcuni addetti ai lavori dissero a mio padre che avevo talento, e nel 2000 mio padre mi disse ti pago un anno di corse, se però non funziona, smetti – un’avventura racing agli inizi ma con aut aut deciso, cosa successe poi, è storia – Praticamente al mio primo anno,  vinsi quasi il campionato, feci anche un wild card all’Italiano 600, eravamo circa 90 piloti, e io terminai sesto assoluto, e subito, mi arrivano delle proposte per fare l’Europeo e la Coppa del Mondo Stock 1000, invece continuai nella Sport Production e feci secondo, sono sempre stato l’eterno secondo, poi l’anno successivo entrai nel Team Italia per correre l’Europeo Supersport, e chiusi ancora secondo, nel 2003 debuttai nella Coppa del Mondo Stock 1000, la prima stagione ho fatto esperienza, purtroppo l’anno dopo, quando ero pronto per giocarmela, ho compiuto 24 anni, e quello era il limite d’età, quindi dovetti rinunciare – racconta uno sconsolato Velini – in quel momento forse la mia carriera è stata compromessa e per rimanere nell’ambito mondiale sono andato in Sbk, ma i team per cui ho corso non erano competitivi, e questo periodo, bruttissimo, di 3 o 4 anni, mi aveva fatto quasi passare la voglia di andare in moto. Cosi’ nel 2007 ho smesso con la Sbk e sono tornato all’Italiano poi nel 2008 ho fondato il mio team, il Velini Racing, e con una Yamaha R6 ho raggiunto buoni risultati, tanto che nel 2009 mi sono giocato il titolo nella 600 con Michele Pirro, titolo perso per 11 punti, nel 2010 ancora al Civ e ancora una discreta annata, poi nuova avventura nel 2011 con il team Velmotor e la Honda ufficiale nella 600 Supersport Italiana, chiusi terzo, cambiai categoria nel 2012 passando alla mille, sempre nel campionato tricolore e indovina un po’, terminai la stagione secondo a 4 punti da Ivan Goi che correva con la Ducati del Team Barni, 2013 e 2014 furono un disastro perchè mi accasai con delle squadre che dopo pochissime gare terminarono il budget – Dopo alti e bassi sportivi Velini decise di rifondare un team proprio – Nel 2015 tornai alla carica con il mio team, in realtà era una partnership con un’altra struttura, quindi per quasi quattro anni, ho corso con queste modalità, poi nel 2018 questa realtà crollò e io dalla 600 mi spostati nel National Trophy, dove corsi solo 4 gare, ma feci comunque secondo alla fine, dietro a Casalotti. Poi nelle ultime stagioni tra Covid e problemi tecnici con le moto, non ho mai ottenuto i risultati a cui ambivo, nel 2021 ho corso nella Pirelli Cup e ho chiuso terzo, poi qualche wild card al National e nel 2022 ancora Dunlop National Trophy – Una carriera lunghissima quella di “Veleno” e come in tutte le carriere c’è sempre un passo falso, un qualcosa che potendo tornare indietro non si rifarebbe – A fine 2005 commisi un errore che con il senno di poi si rivelò grave, dopo due anni di mondiale Sbk, ricevetti una proposta da un team ceco, l’Intermoto, un bel team della Supersport, io invece optai per una squadra piccolina, Umbria Bike, perchè conoscevo la crew, mi fidai, ma era low budget e purtroppo andò malissimo, se avessi scelto Intermoto, avrei risollevato il mio morale dopo il biennio della Sbk e forse sarei rimasto nel mondiale per qualche stagione, ciò che ho imparato in tutti questi anni e lo dico sempre ai miei pilotini, meglio una stagione con un buon team in un campionato minore, che il mondiale fatto con pochi mezzi – E’ chiarissimo il Velini pensiero, maturato dopo decenni, spesi sulle pista di tutta Europa, riguardo al modus operandi corretto quando ci si avvicina al Motorsport, ma l’avventura di Alessio, ancora non è finita e al Mugello, lo scorso 18 settembre, “Veleno” non si è ritirato ma ha solo salutato momentaneamente i compagni di griglia, ma tranquilli, che tornerà, per qualche wild card, sulle piste e nel mondo che ama, intanto combatterà la saudade racing facendo crescere qualche pilota, guidandolo e consigliandolo al meglio!

Photo Credits Giorgio Panacci

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